La nascita delle canzoni di Natale: Notte de chelu, cand’es nadu Gesus in sa grutta

Qual è la canzone nella quale i sardi si riconoscono e che è entrata ormai nella nostra memoria collettiva? Potremmo rispondere con certezza dicendo che questa è sicuramente “No potho reposare”, scritta nel lontano 1915 dallo scrittore Salvatore Sini di Sarule. Testo che in pochissimo tempo, seppur molti sardi non ne conoscano l’autore e la storia, si è diffuso in tutta la Sardegna, fino a diventare famoso in tutto il mondo.

Esiste un altro testo nel quale i sardi tengono a riconoscersi e che riesce a suscitare emozioni simili a quelle del brano di Salvatore Sini? La risposta è sì! Sono le Cantones de Nadale: Aculzu a Bethlemme, Andemus a sa grutta, A sos primos rigores, Cand’est nadu Gesus, Duos isposos, Glòria: it’est cust’armonia, In sa notte profunda, Nàschidu est, Notte de chelu.

La storia di queste Cantones ci porta al 15 dicembre del 1927, siamo a Berchidda. Qui il sacerdote-scrittore Pietro Casu (1878-1954) discute con il suo vice, don Agostino Sanna di Ozieri, dell’imminente novena natalizia. Sarà proprio quest’ultimo a chiedere al Casu se, per il giorno successivo, avrebbe potuto scrivere una poesia per il Natale, in modo da poterla poi musicare e cantare in chiesa. La notte stessa Babbai (così veniva chiamato in paese) scriverà di getto “Cando’es nadu Gesus in sa grutta”. Il pomeriggio del 16 dicembre – dopo aver buttato giù l’arrangiamento – don Sanna radunò alcuni componenti della banda Bernardo Demuro coadiuvati da circa 70 circoline dell’azione cattolica che, in poche ore, impararono la pastorale.

Nei giorni successivi, nella stessa modalità, vennero scritti gli altri testi che oggi sono conosciuti e cantati in tutta la Sardegna. L’entusiasmo a Berchidda fu incredibile ed in poco tempo i testi si diffusero in tutta l’isola, entrando di fatto a rafforzare la memoria collettiva dei sardi. Pietro Casu era inoltre un autore già conosciuto: si ricordano tra le sue opere in lingua sarda “Sa divina cummedia de Dante”, numerose poesie e poemetti, “il Vocabolario sardo-logudorese – italiano” e “Preigas”. Il suo primo romanzo italiano inoltre, Notte sarda, venne pubblicato anche in Germania nel 1911, con recensione della scrittrice Grazia Deledda.

Ogni dicembre, già da alcuni anni, Berchidda organizza la manifestazione Notte de chelu che, simbolicamente, fa rivivere le emozioni di quella novena del lontano Natale del 1927.