Chi era Giuseppe Ferrandu, giovane carabiniere al quale è intitolata la caserma di Thiesi

Giuseppe Ferrandu era un giovane carabiniere, nato a Thiesi il 7 febbraio del 1910 e deceduto a Gavoi il 9 agosto del 1936. Insignito alla Medaglia di Bronzo al Valor Militare. La sua morte darà inizio alla latitanza di Bachisio Falconi, meglio conosciuto come il bandito poeta di Fonni.

La sera del 9 agosto Bachisio Falconi ritorna all’ovile presso cui lavorava per conto di un altro pastore. È l’ora del crepuscolo e l’uomo nonostante accusi la stanchezza dell’intera giornata lavorativa, decide comunque di andare ad innaffiare il suo orto, distante alcuni chilometri dall’ovile. Nel mentre si accorge però che nell’ovile si stavano avvicinavano due individui sospetti, ai quali il Falconi si avvicina per cercare di capire cosa ci facessero a quell’ora nel suo terreno: scopre così che i due sono armati.

Le sorprese non finiscono qui. Mentre si dirige per la strada che porta all’orto incontra due carabinieri provenienti dalla direzione opposta alla sua, uno dei quali gli intima di fermarsi e di tacere, chiedendogli le generalità. L’uomo, sicuro di non aver fatto niente si ferma e obbedisce. Intuisce che i due sono probabilmente all’inseguimento degli uomini armati incontrati poco prima. La conversazione, un po’ accesa, si fa più amichevole al sopraggiungere del secondo carabiniere, Giuseppe Ferrandu. Il giovane infatti conosce bene Falconi, con il quale era capitato di fermarsi qualche volta a bere e mangiare insieme all’ovile.

Avendo intuito il pericolo al quale sarebbero andati incontro i due militari dell’arma proseguendo su quella strada visto l’incontro fatto in precedenza, l’uomo tenta di convincerli a trattenersi con lui nell’ovile per mangiare qualcosa; nonostante l’insistenza però i due declinano l’invito. Pensando che il tempo trascorso dall’incontro precedente fosse sufficiente ad evitare l’incontro, il Falconi si tranquillizza e li lascia andare via.

Purtroppo i due carabinieri incontrano ugualmente i due uomini intenti a trasportare del bestiame rubato. Nonostante i militari intimino l’alt, i due banditi non si danno per vinti e, nonostante sia notte, parte il conflitto a fuoco. I due abigeatari sono ben nascosti dal buio e dalla vegetazione, mentre i militari si trovano in un punto ben illuminato dalla luna. Ad avere la peggio sarà proprio Giuseppe Ferrandu che viene colpito alla testa da una fucilata, mentre i 12 colpi sparati dal suo collega Gambino non andranno a segno. Il bandito era molto probabilmente riuscito a mirare la fiamma luccicante del cappello, che infatti verrà ritrovato forato dal colpo di fucile.

Solo il giorno successivo Bachisio Falconi, verrà informato dei fatti di quella notte. Tuttavia sarà lui a venire indicato come uno dei responsabili dell’omicidio; vicenda che darà inizio alla sua lunga latitanza, conclusasi solo nel 1949. Furono molte le persone che credettero all’innocenza del Falconi che sempre si dichiarò estraneo ai fatti, affermando inoltre di aver sempre avuto un buon rapporto con il giovane carabiniere.

Innocenza alla quale crebbe anche il prete di Fonni che, alla morte del Falconi, si prodigò affinché la salma venisse tumulata nella parte consacrata del cimitero.

Oggi la caserma dei carabinieri di Thiesi è intitolata al giovane Ferrandu.